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Siamo a Certaldo, tra Firenze e Siena, nella Val d’Elsa. Questo è il paese dove pare sia nato il Boccaccio, culla di arte, storia e bellezza. Ma anche terra del Chianti. Il Casale è una tenuta di  34 ettari di cui solo 7 ettari vitati per sole 30.000 bottiglie, la cui attività è fatta risalire dai testi storici  alla fine del 1700. Oggi la conduce Antonio Giglioli, laurea in tecniche della prevenzione alla facoltà di medicina e chirurgia e pioniere della biodinamica in Toscana, avendo incominciato ad esplorare il rapporto tra le energie del cosmo e l’equilibrio dinamico della pianta agli inizi degli anni ’80. Certificato Demeter nel 1995, per convincere il padre ad adottare un nuovo approccio inizia a gestire secondo i principi steineriani le vigne di una intera collina per confrontarle con quelle del padre. E’ il 1983 e i profumi che si avvertono dalla vigna in biodinamica sono incredibili, la vigna si respira letteralmente. Il vino ottenuto sarà fine e complesso. Da allora tutta la proprietà viene gestita valorizzando il metabolismo della pianta attraverso il preparato 500, bioattivatore di tutti i suoi processi. Il segreto per Antonio sta nella biologia del suolo e nella disponibilità di elementi di alta qualità per la pianta, tali da permetterle di attivare le difese contro le malattie, tali da conferire alla pianta lieviti con natura diversa e più pronta e produrre polifenoli e catechine con spessore maggiore (sono antiossidanti) e quindi raggiungere una salubrità diversa. Con il preparato 501 verrebbe invece veicolato l’assorbimento del calcio biodisponibile per intrappolare i profumi. Il risultato è la raccolta di un’uva favolosa a cui segue una macerazione dai 20 ai 30 giorni per trasferire al vino tutta questa vitalità. Le vinificazioni avvengono spontaneamente solo con lieviti indigeni, senza chiarifiche e stabilizzazioni. Gli affinamenti sono in botti di castagno di 50 anni dai 20 ai 40 ettolitri per non connotare il vino con sentori eccessivi di legno. I vini del Casale sono vini incredibilmente delicati, complessi e di grande godimento. Vini che a discapito dell’età mantengono freschezza e piacevolezza dimostrando di avere stoffa e longevità. Antonio Giglioli è grande interprete del Sangiovese e della biodinamica, con la sua massima espressione raggiunta nel Chianti DOCG Riserva, ma sorprende anche per il suo bianco Trebbiano (invecchiato 10 anni in botti di castagno), per il suo preziosissimo e memorabile Vinsanto (da Trebbiano – ne custodisce caratelli degli anni ’60 e alcuni prodotti dal nonno ancora prima), per l’aceto, il brandy e il suo olio di oliva. Un artista a tutto tondo capace di incantare con ogni sua creazione. Antonio Giglioli e la sua azienda sono soci di Vinnatur.